by Andrea Vignati

Il pensiero nella sua forma più sublime ed
essenziale,ecco cosa troviamo negli Antonius Rex.
"Switch on Dark" è la nuova pergamena fatta
di suoni a raggiungere i nostri lettori,
un cammino silenzioso e solitario alla ricerca
di emozioni sepolte dalla quotidianità.

"Poche possono e devono essere le parole di introduzione ad un mito della scena rock "oscura" italiana, attivo dalla fine degli anni '60 a oggi tra progressive e spunti più hard, e tali saranno! Antonius Rex ed il settimo sigillo a nome "Switch on Dark", causa ed effetto di un'opera didascalica che continua negli anni. Mille ragioni per amare il mistero, averne paura o sposarne le forme ed una sola pretesa, la propria coscienza individuale. Meri e sterili concetti? Leggete quanto ci ha narrato Antonio Bartoccetti, sacerdote della mistica band..."

La saga Antonius Rex pare, mai come oggi, in ottimo stato d’ispirazione; ti va di raccontarci la genesi di questo nuovo "Switch on Dark"? Dietro quali considerazioni e sotto quali auspici è nato l'album?

"Viviamo spesso in Romania dove abbiamo, nelle vicinanze di Brazov, una casa in montagna da dove ascoltare il respiro e le voci misteriose della natura. Siamo partiti dal titolo.... "accendi l'oscurità" (era fatale e l'abbiamo lasciato). Poi è venuto il concept: "your vision of interior silence thru our mystic sound" (la tua visione di silenzio interiore attraverso il nostro suono mistico, letteralmente) e poi le sub-directory fra cui "droga mistica per la prossima generazione". Quindi sono state scritte delle piccole sceneggiature e poi le partiture dei brani inizialmente per chitarra e piano. Questo è durato in tempi alterni, per molti mesi. Tornati in Italia abbiamo inciso i 6 brani previsti, totalmente immersi nel concept. Dimenticavo... le voci di strega o i vari sussurri o il grido dell'orco nella title-track sono di Monika Tasnad: l'abbiamo registrata su Dat ogni volta che cadeva in trance."

Il risultato è un sussurro intimo e glaciale rivolto all'anima di ciascuno di noi...

"Volevamo generare riflessioni prima di tutto miranti al porre in dubbio fasi dell'esistenza e ad indurre l'ascoltatore all'auto-ricerca facendogli comprendere come sia assolutamente necessario che ciascuno compia un cammino spirituale da cui esca metamorfizzato, consapevole che la forza invisibile esiste. Proprio per questo diventerà possessore di una forza in più."

Che rapporto hai con la magia e con tutte quelle forme di energia impalpabili che comunque fanno parte del creato?

"Per l'essere umano la magia è la via più pericolosa e affascinante a un tempo, per giungere alla Conoscenza attraverso mezzi non convenzionali. Nella "pratica" necessitano passione, coraggio, segretezza e rigore assoluto... Tiring e Goodman, nostri collaboratori, per voler andare oltre... se ne sono andati."

E con la religione e la fantasia? Spesso band così dette ‘astratte’ nascondono informazioni didascaliche di ottimo valore: è anche il vostro caso?

"E se ti dicessi che nel mondo odierno così detto civile, domina il Paganesimo? La gente comune ama o adora i santi della chiesa perchè a loro può chiedere aiuto e miracoli similmente a ciò che si faceva con le divinità greco-romane. Sull'Immanenza di Dio e del diavolo il cattolico sta dimostrando sempre più scarso interesse e quindi in questi tempi la figura del diavolo serve moltissimo alla Chiesa. Oltre ciò profetizzo che questo è il penultimo Papa e vedrete con i vostri occhi cosa accadrà a Roma. Con la Fantasia chiedevi? Creatività ed ecletticità nel definire il concept e nel comporre embrionalmente i brani... Fantasia nella scelta dei timbri e degli ambienti. Il tutto sintetizzabile in termini di indicazioni subliminali ai nostri seguaci affinchè vivano meglio. Gli umani vivono inutilmente la propria vita nelle proporzioni dell'80%, spesso dimenticano e almeno 8 volte al giorno uccidono la speranza."

Rabbia, invidia ed accidia sono emozioni fortissime ed estremamente reali…esiste una panacea per appianare queste spiacevoli situazioni? Che ne dite della meditazione autoindotta?

"Il lato oscuro della vita è il costante porsi in divenire dell'essere visto che ogni micro secondo il Fato scrive il futuro di tutti sul suo libro. L'obiettivo è essere a posto con se stessi anche quando il fine rende necessarii i mezzi. Rabbia, invidia, odio sono "stati" di debolezza pur se io stesso qualche volta ho condannato e fatta punire la Vigliaccheria. La meditazione auto-indotta è OK purchè si sia costruita la propria casa sulla roccia e non sulla sabbia."

Vi va di autorecensire ‘Switch On Dark’ per i nostri lettori?

""Switch on Dark" va visto come un micro-vangelo apocrifo, autentico come quello di San Tommaso reso noto nel 1947 e mai accettato dalla Chiesa. Definisco quest'opera parabiblica nel senso di saper far tendere a certe verità animiche, passando attraverso i fiumi sotterranei del dark, ponendo la classica fede come solo una delle ipotesi ma non l'unica, per poter giungere alla conoscenza dell'IO e delle sue simbiosi o meno con le due Divinità. L'opera, ascoltata nello stato d'animo particolare (meglio se dopo non aver mangiato e dormito), genera visioni e ha finalità catartiche onde dar sempre meno peso alle banalità del quotidiano, all'oro, al sesso, alla falsità, alla violenza.... stupide regine del mondo. L'abituale lettore di Metal Hammer quando torna a casa incazzato perchè le cose non vanno, invece di leggere un libro o guardare un telegiornale assolutamente finto, può ascoltare "Switch on Dark" e comprendere che ogni volta che pronuncia la parola "SI" ha perso la battaglia con il suo IO genetico. Per un'ora di sogno occulto, per dire "NO".... per affermare "io sono colui che è"; un'opera per porsi una tematica soprannaturale e arricchire la propria esistenzialità..... perchè l'uomo è formato nel 95% di spirito."

Cosa ne pensate della legalizzazione delle cosiddette droghe ricreative? Uno stato mentale alterato aiuta o inibisce l’artista nel rendere fruibile un’idea che gli ronza per la testa?

"Le farmacie cosa sono? Luoghi dove le droghe si vendono legalmente. Gli psicofarmaci uccidono la volontà e la libertà degli umani mentre una Kanna non ha mai ucciso nessuno. Un particolare stato mentale è necessario per dar forma a un'idea... c'è chi lo fa con l'alcool, chi con le droghe, chi con la Divinazione.

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ANTONIUS REX Line Up 2007:

Antonio Bartoccetti: guitars & lute
Doris Norton: piano, keyboards, synth
Florian Gorman: acoustic drums
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Francesco Fabbri

“L'uomo inconsciamente ama e teme l'oscuro.
Meglio amarlo, possederlo, conviverci,
percepirne gli aspetti positivi, invece che temerlo
restandone vittime”. Antonio Bartoccetti

Ci piace pensare che gli Antonius Rex, sigla storica del dark prog apprezzata a livello mondiale, sono tornati perché, in un panorama culturale sempre più povero di originalità, c’è ancora bisogno della loro “droga mistica”, di una musica dai risvolti esoterici e di un messaggio profondo e destabilizzante, oggi come 35 anni fa. Il magister Antonio Bartoccetti e Doris Norton, rispettivamente l’anima rock e quella elettronica della band, continuano a cantare fuori dal coro, e “Switch On Dark” è finora la loro opera più ardita e sperimentale, quella in cui i Nostri hanno perfezionato un linguaggio espressivo unico e inimitabile. Non ancora paghi della rivoluzione concettuale-musicale di cui sono alfieri sin dai tempi di Jacula, nella lunga intervista che segue i due artisti rivelano di essere tornati per restare, per dare la spallata definitiva alle convenzioni e alle barriere mentali che frustrano l’uomo, nato per essere immortale, ma fatalmente schiavo di se stesso.

A 26 anni di distanza dalla pubblicazione di “Praeternatural”, tornate a pubblicare un disco, in effetti annunciato già da qualche tempo. In che modo è maturata tale decisione?

“Dal 1980, quando si è concluso il primo mondo Antonius Rex, abbiamo naturalmente continuato a comporre, avendo a tutt'oggi materiale per altri 3 nuovi album. Uno di questi è ‘Switch On Dark’, da noi creato in ogni sua parte (grafiche e video inclusi, eccetto il front-cover da noi commissionato all'americana Stephanie Pui-Mun Law) primariamente per la nostra soddisfazione, o se preferisci per egocentrismo e megalomania, e di conseguenza per donare un'ora di sogno mistico a quanti ci seguono. È una delle nostre locande oscure indicate dal libro o, se preferisci, la nostra carrozza che corre nel bosco di notte e ti rapisce per un'ora. È un generatore sottile e metafisico per giungere a dubbi esistenziali che io codifico come parabiblici, fermo restando il mio Biteismo teocratico.”

Sappiamo dell’importante carriera professionale di Doris Norton e dei successi di Rexanthony, ma di cosa si è occupato Antonio Bartoccetti in tutti questi anni? Immaginiamo che non sia rimasto lontano dalla musica…

“La musica con la ‘M’ maiuscola è stata e sarà il soundtrack del mio essere e divenire, simbiotizzata con molteplici esperienze miranti all'auto-coscienza e alla conoscenza della realtà oggettiva. In questi periodi, quello che è andato alla deriva è l'aspetto umano degli uomini, che si sono volutamente fatti sottrarre la volontà di pensare e decidere, forse per comodità esistenziale, forse per desiderio inconscio di suicidio. La dea TV, da noi già condannata in un album del 1974, ha continuato a plagiare le menti, dando prima indicazioni, poi sequenze sempre più ossessive di DICTAT. Oltre a ciò, in questi anni, come filosofo e musicista, ho osservato come non vi siano più differenze fra droghe legali e illegali: le prime, in vendita regolare come psicofarmaci; le seconde, legalmente abusive; gli effetti, identici. Sempre in questi anni ho frequentato monasteri di clausura, ho scritto un'opera death-metal assolutamente distruttiva e ho collezionato chitarre Gibson. Dulcis in fundo, mi sono perfettamente reso conto che è stato il Diavolo a fare la fortuna della Chiesa.”

Fa molto piacere sapere che dopo tutto questo tempo la coppia Bartoccetti-Norton è innanzitutto ancora una coppia, e che da questa unione continua a scaturire grande musica. Come descrivereste il rapporto che vi lega, dal punto di vista umano e da quello artistico?

“La sorte vuole che gli Ipernormali possano avere nella loro esistenza terrena mille donne, ma poi in realtà ne hanno una sola. Sul fronte artistico è la simbiosi di due personalità forti, ma opposte: creatività, sapienza, equilibrio, dolcezza e monoteismo contrapposte a eclettismo, istinto, incoscienza, astuzia, biteismo... come il Tempo dimostra.”

Pensate che il ritorno di Antonius Rex, col suo carico di simbolismo e magia da offrire ad una società superficiale possa avere un significato anche più profondo di quello legato ad una vostra personale rinascita artistica?

“È effettivamente una società sempre più priva di introspezione e ricerca interiore, ma proprio per questo crediamo nella necessità di generare un dubbio esistenziale, e successivamente la fuga. Personalmente, non si tratta di una nostra rinascita artistica, ma della necessaria emanazione di un ulteriore documento esoterico: un'ora di sogno, forse definibile mistico, per entrare in altri mondi onde percepire che il dare troppo peso alle istanze terrene e temporali corrisponde per l'uomo ad una spada di Damocle perpetua. Banalmente e socialmente, non contano più l'essere o l'avere, vale solo il ‘come ci si sente’, e dopo "Switch on Dark" si innesca la tendenza all'auto analisi e alla comprensione che in realtà siamo essere immortali.”

Raccontateci la genesi di “Switch On Dark” nei dettagli…

“Abbiamo sempre separato la fase compositiva, per noi più importante, da quella esecutiva. Ognuno dei brani (tutti scritti in Romania nel biennio scorso) ha una sua ben definita fonte d’ispirazione e relativa genesi. La frase di piano su cui si basa ‘Perpetual Adoration’ nasce dall'osservazione del modus vivendi di una abbadessa di un monastero di clausura rumeno: ha vissuto 24 anni in totale adorazione per tutte le ore del giorno; ha vissuto di una felicità immensa, di gran lunga superiore all'Amore. E potendolo, rifarebbe la stessa scelta. Aggiungo che ogni brano di ‘Switch on Dark’ gode di micro-sceneggiature embrionali. ‘Damnatus in Aeterenum’ ci è scoppiato dentro quando è scoppiata la guerra in Iraq, quindi è scritto per i dannati in eterno, per i signori della guerra. ‘Switch On Dark’ è molto particolare: in un paesaggio bianco-nero-azzurro, si snoda la storia di LEI che per non rischiare di veder diminuire l'adorazione del Re nei suoi confronti, sceglie di essere decapitata, precipitando felicemente nell'oscurità. ‘Darkotic’ è nata in un pomeriggio di Novembre: le stanze scure, le nebbie, le voci dell'adepta, una voluta malinconia, un'inaspettata violenza. ‘Fairy Vision’, la mia preferita in assoluto: pioggia, pianoforti lontanissimi, archi ossessivi, sussurri praeternaturali, organo rituale, chitarra giusta al momento giusto. ‘Mysticdrug’... osservando il rituale del passaggio di facoltà medianiche fra un medium e sua figlia... droga intensa, primariamente mentale, non distruttiva.”

Così come in passato, anche in “Switch On Dark” non c’è soltanto il prog rock per cui siete famosi, ma anche l’ambient, l’elettronica, il folk apocalittico, l’industrial rituale, il dark, il gothic, persino il metal. La magia sta nel fatto che tutto sembra suonato da chi questi generi li ha solo immaginati, più che averli ascoltati e assimilati. Voi che ne pensate?

“Un nostro apparente limite è che ascoltiamo poco, ma alla fine potrebbe anche essere una freccia al nostro arco. Dobbiamo essere un po’ ‘profeti’, forse inconsapevoli, e quindi in ogni opera vomitiamo, senza pensare, parte delle nostre percezioni inconsce. Ma siamo anche congenitamente esteti. ‘Switch On Dark’ è stato come costruire una casa semi-sotterranea partendo dal tetto, che si innalza solo un metro da terra. Il resto è tutto ‘sotto’, ed abbiamo scavato per creare le singole stanze, dove sicuramente i nostri seguaci ascoltano ciò che li emoziona.”

Sappiamo però che apprezzate Opeth e Dream Theater. Cosa vi piace di loro, e quali altri gruppi d’oggi ritenete interessanti e meritevoli d’attenzione?

“Opeth: una grande band, ne ammiro la vena compositiva e la capacità come pochi di saper far interagire le emozioni soft con gli ambienti hard. Dream Theater: amo il loro ‘saper suonare’, la loro tecnica è una scuola costante per i giovanissimi che vogliono intraprendere la strada musicale. Ma il vero ‘futuro’ lo ascolto nelle auto-produzioni o nelle piccole label: sono lì la vera arte e il suono del domani. Tornando agli ascolti, ho seguito con entusiasmo l'ex vocalist dei Nightwish ed anche la voce dei Lacuna Coil: i loro primi video sono ok, ma dopo il remake o remix o remaster (chiamalo come vuoi) dei Depeche Mode, tutto è crollato. Amo il nuovo esperimento acustico di Sting (ed anche noi stiamo preparando qualcosa del genere), così come ammiro le vibrazioni pianistiche di Einaudi, la teatralità old dei Cradle Of Filth e le composizioni di Hans Zimmer.”

Il titolo dell’album, “Switch On Dark”, suona come un imperativo camuffato da invito. Perché dovremmo “sintonizzarci sull’oscurità”?

“Ogni nostro album è una forma di indicazione. In ‘Praeternatural’ erano otto le porte da aprire. Qui, dopo un oggi uguale a ieri, e dopo la prospettiva che il domani di domani non nasca nuovo, proponiamo di innescare la parte oscura della mente. Alla fine ci si può conoscere meglio e cominciare a sorridere di tutte quelle cose per cui i comuni mortali perdono il controllo e la ragione. L'uomo inconsciamente ama e teme l'oscuro. Meglio amarlo, possederlo, conviverci, percepirne gli aspetti positivi, invece che temerlo restandone vittime.”

Molti artisti sostengono di “ricevere” la musica che scrivono. La musica esisterebbe dunque dentro l’uomo, come la statua esiste dentro ad un blocco di marmo, e guiderebbe la mano del suo autore. Succede lo stesso ad Antonius Rex?

“La nostra è comunicazione esoterica indotta e dedotta... Inizialmente nel nostro team era presente il medium Franz Parthenzy, da tempo passato insieme al batterista Goodman ed al primo organista Tiring a vita Animica (ossia a miglior vita – nda). Il medium sapeva emanare anche micro-realtà pseudo musicali che abbiamo usato come micro-input ispirativi per completare i primi album. Da anni è subentrata Monika Tasnad. In fase di trance abbiamo registrato le sue ‘voci inumane’ e le abbiamo inserite in alcune songs.”

Già in “Praeternatural” gli interventi vocali e i recitativi che tanto peso avevano nei primi lavori erano stati ridossi all’osso. In “Switch On Dark” è ancora così. Perché questa scelta?

“Non è stata una scelta, ma il logico divenire delle cose. Brano dopo brano, non si è sentita l'esigenza di usare delle parole, incrementandosi altresì la volontà di non voler condizionare gli ascolti, lasciando alla sola musica il compito di comunicare il concept. Ci sarà in futuro un album totalmente basato su mie liriche, dal titolo probabile di ‘Verba Non Volant’.”

Avete definito il nuovo album come una “droga mistica” per le generazioni a venire, e “Mysticdrug” è anche il brano più sperimentale e originale del disco. Approfondite i concetti legati al suo titolo…

“Tutti hanno bisogno di droghe, fisiche o mentali. L'amore è una droga, l'adorazione di più. L'uomo nasce piangendo e incrementando in sé la paura. La droga è un esorcismo ai vari livelli di debolezza che ogni uomo, anche quello ritenuto più forte, ha insiti. I bambini si drogano? Assolutamente sì! Amano che la testa gli giri dopo un girotondo e una caduta a terra... questa è la loro prima fuga. C'è chi lo fa con l'eroina e con la cocaina… e qui non siamo d'accordo, pur decretando la libertà di ciascuno di fare, sempre in forma non coercitiva, tutto quello che vuole. La proposta di ‘Switch On Dark’ è ‘vai fuori con la nostra droga mistica’, e stando a quanto ci comunicano i nostri seguaci, questo avviene. La differenza è che la nostra è emanazione mentale magnetico-costruttiva, e non distruttiva.”

Se “Magic Ritual” era quasi un omaggio agli horror movie di serie B, il video di “Perpetual Adoration” parla un linguaggio più consapevole, slegato dagli stereotipi dark-gothic. Ad ambientazioni lugubri e dove tutto è decadente, voi preferite un chiarore abbacinante, una luminosità insistita che non nasconde nulla all'occhio. Eppure tutto resta come sospeso in un limbo, e la storia narrata non comincia e non finisce…

“Quest'analisi è pienamente condivisa. Abbiamo fatto quel video così come l'avevamo scritto. Ci sono vocazione, istinto, condanna, riflessione e adorazione. Il video è on-line, e serve per creare giovani e nuovi adepti alla band. Immagini e colori possono talvolta dare una sfumatura di espressione al mosaico musicale. Doris è una ‘fissata’ del video e trascorre giorni interi con la sua telecamera a girare. C'è molto materiale, parte del quale verrà utilizzato per il prossimo DVD degli Antonius Rex e per il video di ‘Pre Viam’.”

Che è il titolo del nuovo album di Jacula previsto per il 2007. In che modo sarà differente da “Switch On Dark”, dato che già all’epoca Jacula sembrò il prodromo di Antonius Rex?

“L'atto terzo degli Jacula è praticamente pronto, mancano alcuni inserti di strumenti acustici e 4 mixaggi definitivi. Per un buon 60% è più ‘stranamente particolare’ di "Switch on Dark", quindi una geniale mostruosità anticommerciale. Questo è il suo grande ed assoluto merito. È un disco estremo, un quadro di vetro sospeso nell'abisso. L’obiettivo? Chi lo sente cambierà vita..”

Quest’anno si festeggia anche il 35° compleanno di “Tardo Pede In Magiam Versus”, il capolavoro di Jacula presto ristampato dalla Black Widow…

“Dopo stampe e ristampe anomale, sia sotto il profilo musicale che grafico, abbiamo finalmente deciso di concretizzare l'unica, vera, grande ristampa con la sub-directory di ‘35° Anniversary Edition’. Ma rioffrire al mondo un'opera così com'era non avrebbe avuto senso, quindi ‘Tardo Pede’ esce entro Marzo in versione LP vinile contenente, oltre ai 5 brani originali, l'inedito ‘Absolution’ inciso nel 1973, mentre nella versione digipack sarà presente il video omonimo girato in quell’anno da Doris Norton, con un insolito Charles Tiring ai vocalizzi. La parte iniziale del video contiene una mia improvvisazione di chitarra che Tiring girò abusivamente, sempre nel 1973. Oltre a ciò, anche due profezie shock, in una delle quali si definisce l'attuale Papa come il penultimo della storia di Roma. Insomma, finalmente quest'opera che io definisco parabiblica sarà di nuovo pronta a ricomunicare il suo grande messaggio esoterico al mondo.”